Sanità: nuovi strumenti mini-invasivi in composito compatibili con la risonanza magnetica

L’obiettivo del progetto Openmind è quello di offrire ai medici la possibilità di cosviluppare i propri strumenti, incrementando lo spettro di applicazioni e la probabilità di successo, contribuendo al contempo alla riduzione del rischio di complicazioni durante le operazioni chirurgiche a causa di anatomie specifiche.
Un rilevante aspetto innovativo del progetto risiede nel materiale con cui vengono realizzati questi dispositivi. Con la scelta di sostituire il metallo con un materiale composito, lo strumento risulterà inerte sia dal punto di vista elettrico che magnetico. Questo renderà i nuovi dispositivi unici in quanto compatibili con la risonanza magnetica (che ha l’importante vantaggio di non esporre il paziente a radiazioni ionizzanti ed al contempo di mostrare con una risoluzione maggiore rispetto a quella di altre tecnologie di imaging, gli organi interni) che si trasformerà così da sofisticata tecnologia diagnostica a parte integrante di un nuovo e ancora più potente strumento terapeutico.
Con il progetto sarà possibile ottenere una prima generazione di prodotti dal design personalizzato, anche in singoli esemplari, mantenendo la competitività commerciale. Nonostante l’elevato numero di operazioni mini-invasive, i medici sono ancora costretti a scegliere tra una limitata gamma di prodotti “preconfezionati” non necessariamente adatti a specifiche anatomie o terapie. Per il successo di un intervento minimamente invasivo, è essenziale andare incontro alle esigenze dei medici che devono portare avanti un compito difficile: navigare e operare dall’interno del sistema vascolare senza poterlo vedere direttamente. Per questo, avere un prodotto su misura, che rappresenti al contempo le esigenze di imaging e manovrabilità del catetere stesso è una garanzia in più per la riuscita dell’intervento.
Grazie ad Openmind i medici potranno personalizzare gli strumenti mini invasivi con cui effettuare le operazioni chirurgiche e massimizzare i risultati degli interventi riducendo i tempi di ricovero e i rischi di complicazioni mediche, oltre ad aprire la strada a nuove terapie associate e contemporanee ad esami diagnostici per immagine.
Al progetto OPEN MIND aderiscono l’Italia con la Fondazione Politecnico di Milano e Gimac; la Germania con Fraunhofer Institute for Production Technology IPT (coordinatore), Nano4imaging GmbH, Tamponcolor GmbH; la Repubblica Ceca con Diribet spol. s.r.o.; la Spagna con IRIS Technology Group,l’Irlanda Blueacre Technology Ltd; la Francia ICS In-Core Systèmes. Il progetto ha inoltre ricevuto il finanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione, Horizon 2020.

Per maggiori informazioni: http://www.openmind-project.eu/


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