Le protezioni termiche made in Italy superano i test aereospaziali

L’esito positivo della prova apre la strada all’affermazione dell’Italia nel settore dei sistemi di protezione termica strutturale anche nell’ambito dei futuri programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). La prova è stata eseguita su un dimostratore completo di flap, delle dimensioni di circa 400mm x 300mm, esposto per ben 10 minuti ad un flusso ipersonico ad alta entalpia rappresentativo delle condizioni di rientro da orbita bassa terrestre. Il componente ha raggiunto temperature di circa 1200°C senza mostrare segni di degrado, confermando così la sua capacità di essere impiegato come protezione termica riutilizzabile.

CIRA, il Centro italiano ricerche aerospaziali e Petroceramics, forti della esperienza nella realizzazione di compositi a fibra lunga per applicazioni aerospaziali, da un lato, e delle tecniche di infiltrazione da silicio liquido del settore automobilistico di alta gamma, dall’altro, hanno di fatto sviluppato un composito ceramico rinforzato completamente nuovo e che può essere prodotto con un ciclo di manifattura rapido ed economico. Il successo delle prove ha dimostrato la capacità del materiale di resistere a fortissime sollecitazioni termiche e meccaniche in ambiente ossidante.
“Con il Programma Space Rider, l’ESA intende dotare l’Europa di un sistema di trasporto spaziale integrato con il nuovo lanciatore Vega C che consenta l’accesso ed il rientro dall’orbita terrestre in maniera economica, riutilizzabile e, soprattutto, indipendente per molteplici applicazioni spaziali e non solo. – ha dichiarato Giorgio Tumino, Program Manager per i programmi ESA di sviluppo Vega e Space Rider – L’ESA ha seguito da vicino tutti i progressi che CIRA e Petroceramics hanno compiuto per portare la loro tecnologia originale ad un livello di maturità avanzato. Il successo delle prove, eseguite su un modello del flap che dovrà guidare il veicolo nella fase di volo ipersonico al rientro in atmosfera, dimostra che la nuova tecnologia ha le carte in regola per poter ambire ad essere utilizzata sul componente reale.”

“Rispetto alle recenti prove eseguite per conto della NASA, questo nuovo successo rappresenta per il CIRA un risultato molto più ampio. In questa collaborazione il CIRA dimostra la capacità di sviluppare interamente in Italia, in collaborazione con piccole e medie imprese altamente innovative, tecnologie competitive e strategiche” ha commentato il Presidente del CIRA, Paolo Annunziato.

Massimiliano Valle, Amministratore Delegato di Petroceramics con sede nel Kilometro Rosso Parco Scientifico Tecnologico, ha affermato: “La collaborazione con il CIRA ci consente di ampliare le applicazioni dei nostri sviluppi tecnologici al settore dello spazio. Oggi è particolarmente entusiasmante vedere come le nostre capacità, sviluppate in settori di business diversi, possano essere trasferite in applicazioni spaziali.”

Anche Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana socio di riferimento del CIRA, ha commentato il successo della prova: “Guardiamo con grande entusiasmo a collaborazioni di questo genere che evidenziano il connubio tra un tessuto industriale dinamico ed innovativo e le capacità tecnologiche dei centri di ricerca e delle università italiane. Mettere a sistema pubblico e privato è il modo migliore per competere nel settore della nascente “New Space Economy” che sta trasformando lo spazio in motore di sviluppo economico. Il compito dell’ASI è quello di promuovere e supportare gli investimenti infrastrutturali necessari a fornire al Paese gli strumenti per competere a livello mondiale. Risultati di questo genere ci confortano nella validità delle scelte fatte e sono di stimolo per quelle che stiamo intraprendendo.”


Leggi anche

AIMPLAS e TNO hanno concluso il progetto ELIOT, che prevede una revisione completa delle tecnologie di riciclaggio per compositi e biocompositi. Durante i test sono stati valutati dodici metodi applicati a sei diversi materiali. La solvolisi e la pirolisi sono risultate le alternative più promettenti per la produzione su larga scala. La pirolisi, tuttavia, ha dimostrato di avere costi economici ed ambientali maggiori rispetto alla solvolisi, dal momento che genera il 17% in più di anidride carbonica e sviluppa il doppio del calore….

Leggi tutto…

In occasione dell’evento JEC Forum ITALY – organizzato da JEC Group in collaborazione con Assocompositi – del prossimo 6-7 giugno 2023 a Bologna, Leonardo Spa terrà un intervento all’interno della sessione “Nuovi modelli per l’innovazione e nuove tecnologie”. Disponibile ora l’abstract dello speech!…

Leggi tutto…

Nell’ottica di rendere più sostenibile l’industria aerospaziale, i compositi a sandwich possono sostituire i termoindurenti tradizionali nella creazione di parti strutturali degli aerei, senza rinunciare alla resistenza in ambienti estremi o in situazioni di carico imprevisto. EconCore sta lavorando con Airbus, Fraunhofer e il Politecnico della Danimarca (DTU) alla realizzazione di un timone sostenibile per un aeromobile in compositi a nido d’ape….

Leggi tutto…

Oggi parlare di aviazione sostenibile, vuol dire porsi l’obiettivo di ridurre il peso strutturale dei velivoli, limitando al contempo anche i consumi e le emissioni. Per raggiungere tale scopo è opportuno sostituire le parti metalliche con equivalenti in compositi, che possiedono elevati rapporti di resistenza e rigidità rispetto al peso. NLR (Netherlands Aerospace Centre) sta esplorando le potenzialità della produzione additiva su larga scala di materiali termoplastici rinforzati con fibre….

Leggi tutto…

De Havilland Dash 8, il nuovo aeromobile della Universal Hydrogen, si è alzato per la prima volta in volo a inizio marzo del 2023. Uno dei suoi motori a turbina era stato sostituito da un propulsore elettrico a combustibile a idrogeno di classe megawatt, che includeva un’elica in fibra di carbonio con profilo alare a cinque pale del diametro di 2,3 metri….

Leggi tutto…