Il braccio robotico che rivoluziona la stampa 3D


Atropos nasce nel 2014 ed è il progetto di tesi di laurea specialistica di Gabriele, sviluppato all’interno del +Lab, il laboratorio di stampa 3D del Politecnico di Milano. La domanda di partenza è ambiziosa: è possibile produrre oggetti dalle prestazioni meccaniche elevatissime, altamente personalizzati, evitando ogni spreco di materiale? Gabriele, guidato dalla Professoressa Marinella Levi, ordinario di Ingegneria dei Materiali al Polimi e anima del +Lab, è riuscito a trovare la risposta, con un’idea che rivoluziona la tradizionale tecnologia di produzione di materiali compositi. Il suo braccio robotico, infatti, non necessita di stampi per produrre manufatti, bensì crea gli oggetti a partire da un’elaborazione tridimensionale modellata su un file CAD, stratificando le fibre di materiale (come vetroresina o fibre di carbonio) in modo preciso e ripetibile. È proprio l’assenza dello stampo a costituire un primo vantaggio tecnico: senza i limiti di forma e dimensione di una base predeterminata, i sei assi del robot riescono a posizionare il giusto quantitativo di fibre dove serve, grazie alle continue elaborazioni del software che lo guida. Nessuno spreco di materiale, quindi, e produzione del quantitativo esatto di oggetti necessari. “Tecnicamente, il robot può essere usato per produrre qualsiasi tipo di oggetto tridimensionale – spiega Gabriele Natale – ma i settori in cui questo tipo di materiale composito viene maggiormente utilizzato sono quelli che richiedono alte performance, leggerezza e un elevato grado di sicurezza. Dunque l’aerospazio, la nautica, il mondo degli sport estremi, l’automobilistica, anche il biomedicale, per esempio con le protesi”. La tecnologia brevettata da Gabriele prende il nome di “Continuus fiber composites smart manufacturing”, e ha già suscitato l’interesse di aziende italiane e internazionali. Tante le collaborazioni avviate, da quella con Owens Corning, leader nella produzione di fibre in vetro, a Kuka, azienda produttrice di sistemi robotici, ed Autodesk, per l’implementazione della parte software. Il team, al quale si è aggiunto Michele Tonizzo, è pronto a diventare startup: a febbraio, dalla ricerca si passa al mercato. Con l’intenzione, almeno per il momento, di rimanere in Italia. “È vero, all’estero le cose funzionano diversamente – ammette Gabriele, che qualche proposta oltreconfine l’ha già ricevuta – ma sono riconoscente per quanto sono riuscito a fare finora. Voglio restare in Italia, e spero di riuscire a crescere qui”.


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