Milk Brick, per fare i mattoni oggi ci vuole il latte scaduto

 “Think white, buld eco”, questo è lo slogan dell’azienda sarda fondata dall’imprenditore Giangavino Muresu nel 2017 specializzata nelle Costruzioni e Ristrutturazioni edilizie. La genialità e la novità di un’impresa tanto giovane sta nel recuperare gli scarti del latte dalle Industrie Casearie e dalla grande G.D.O. e re-impiegarli nella fabbricazione di mattoni destinati al mercato dell’edilizia.               

Mediante un procedimento bio-chimico la Milk Brick ricava dagli scarti del latte e dei suoi derivati fibre Biodegradabili Isolanti termo-acustiche per creare mattoni del tutto innovativi ma soprattutto eco-biologici. Con il semplice ma straordinario riciclo e lavorazione di prodotti alimentari scartati, che sarebbero diventati spazzatura, è possibile ottenere fibre di latte utili. Il risultato è un mattone di materiale bio-composito che può essere recuperato per ricostruire di nuovo lo stesso fabbricato.

Un’invenzione che rappresenta una svolta per il mercato dell’eco-bio edilizia in quanto i nuovi mattoni pongono rimedio a diversi problemi quali la dispersione termica degli edifici, l’inquinamento ambientale, l’inquinamento atmosferico e anche il dispendio sproporzionato di acqua in tutto il mondo.

Riportiamo qui di seguito l’interessante intervista al CEO di Milk Brick, Giangavino Muresu, fatta e pubblicata online da Italian Food Experience.

Ciao Giangavino, raccontaci chi sei e di cosa ti occupi

 Sono nato nel 1986 a Sassari. Dopo gli studi presso il Liceo di Architettura di Sassari, ho lavorato da subito nell’azienda di famiglia, specializzata nella coibentazione degli edifici nel settore delle costruzioni.
Negli anni mi sono evoluto e specializzato nel settore delle ristrutturazioni architettoniche.
Sono un inventore industriale in diversi settori e oggi sono alla guida di Milk Brick. La mia visione prevede di racchiudere in un unico brand tutte le aziende che producono mattoni prefabbricati a livello internazionale.
Abbiamo concepito innovativi processi produttivi che non generano scarti di lavorazione basati sui criteri dell’economia circolare. Abbiamo sviluppato prodotti innovativi che rappresentano il valore di know-how con il quale l’azienda effettuerà il trasferimento tecnologico verso i nostri partners produttivi.
La mia giornata lavorativa è scaglionata in diverse attività da svolgere: in questo momento lavoro circa 16 ore al giorno.

Per sviluppare i mattoni fatti di latte ci sono voluti 5 anni di ricerca e sviluppo. Quando sviluppo nuovi prodotti o processi produttivi, mi concentro su quelle che sono le esigenze del settore e del cliente: esco fuori dagli schemi, cerco sempre di vedere le cose per quelle che in realtà non sono, mi piace snellire e semplificare tutto. Nel lavoro come nella vita non sopporto gli arroganti e i presuntuosi, quel genere di persone che ti dicono sempre”Lascia perdere”.
Sono molto affezionato a una famosa citazione di Albert Einstein: Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo…”

Com’è nata l’idea di creare mattoni dalle fibre del latte?
Tutto è partito da una mia intuizione: dopo aver identificato il problema dovuto alla scarsa traspirazione del polistirolo (un materiale largamente utilizzato nel mercato dell’edilizia per isolare termicamente la muratura e i solai degli edifici), nel 2011 ho iniziato un lungo lavoro di ricerca e sviluppo, durato 5 anni, con l’intento di cercare un nuovo bio-composito isolante termico che potesse rappresentare un’alternativa biologica agli isolanti termici in polistirolo.

Perché proprio il latte? Qual è il valore aggiunto che questo prezioso alimento apporta al settore edile?
Ho pensato di utilizzare il latte di scarto perché è recuperabile ovunque nel mondo, sia dall’industria casearia che dalla G.D.O: in entrambi i settori, infatti, esso rappresenta un problema di smaltimento.

Il latte di scarto rappresenta un valore aggiunto nel settore dell’industria edilizia in quanto dal suo recupero e lavorazione siamo in grado di sviluppare prodotti eco-bio innovati che andranno a competere sul mercato direttamente con quei prodotti figli della chimica del petrolio, facenti parte della vecchia economia lineare.

Ci spieghi, in linea di massima, il processo di lavorazione per ottenere il vostro prodotto?
Nei nostri processi produttivi il latte recuperato non viene utilizzato direttamente in mescola al bio-composito, bensì viene prima estratta la caseina e trasformata tramite processo di estrusione in fibra di latte, una componente importantissima del nostro bio-composito isolante termico.

 Milk Brick utilizza il 100% del latte recuperato senza generare scarto di produzione. Non possiamo entrare nello specifico poiché tutti i processi produttivi fanno parte del nostro know-how aziendale.

Qual è il suo migliore utilizzo?
Il latte di scarto si utilizza per creare un isolante termico biologico dal quale sviluppiamo:

  • mattoni da muratura isolanti termici;
  • rivestimenti a cappotto isolanti termici;
  • blocchi per solaio isolanti termici;
  • mattoni 100% in bio composito di fibra di latte per il mercato di nicchia della Bio edilizia.

A livello tecnico, qual è la differenza fra i classici mattoni e quelli realizzati da voi con le fibre del latte?
L’utilizzo dei mattoni classici richiede una posa a stratificazione che prevede 2 strati di muratura che vanno a creare una intercapedine dove viene inserito l’isolante termico in pannelli rigidi, a rotoli o per insufflaggio. Con i prodotti Milk Brick è possibile isolare termicamente l’abitazione con una singola posa dei prodotti, quindi si velocizzano i tempi di realizzazione e si risparmia sulla posa in opera.

I prodotti Milk Brick vengono realizzati con isolante termico biologico.
I mattoni classici, invece, vengono realizzati con isolante termico in polistirolo, che presenta il problema di non essere traspirante creando i classici problemi di condensa, umidità, muffe e proliferazione batterica nella muratura.

I prodotti Milk Brick sono eco sostenibili e si possono riciclare a costo zero, mentre i mattoni classici rappresentano un costo di smaltimento e il più delle volte rappresentano un problema ambientale.

Quali sono i progetti futuri?
Nei prossimi 2 anni l’obiettivo è quello di trasformarci in gruppo industriale, di cui faranno parte tutte quelle aziende che producono mattoni prefabbricati, attive in tutto il mondo industrializzato.
Stiamo valutando importanti partnership con le industrie delle malte pre-miscelate, per portare sul mercato nuovi prodotti innovativi in fibra di latte, che avranno prestazioni altamente traspiranti con veloce assorbimento dell’umidità e l’immediato rilascio in termoregolazione per ottenere una finitura della muratura sempre asciutta.

 Inoltre, vogliamo presentare una linea di nuovi prodotti innovativi in occasione dell’EXPO 2020 di Dubai.


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