Batterie ricaricabili grazie alla trasformazione del polistirolo


Arriva dagli Stati Uniti una nuova tecnica di riciclaggio del polistirolo espanso per trasformarlo in micro-fogli e nanoparticelle di carbonio per gli anodi delle batterie al litio.

In occasione del summit dell’American Chemical Society, ricercatori della Purdue University, hanno presentato i risultati del loro studio sulla trasformazione delle palline di polistirolo, in micro-fogli e nanoparticelle di carbonio.

Per realizzare l’anodo nelle batterie agli ioni di litio viene normalmente utilizzata la grafite, che secondo i ricercatori della Purdue University, nell’Indiana, nel giro di qualche anno potrà essere sostituita dal recupero delle palline di polistirolo utilizzate per gli imballaggi, riuscendo ad ottenere gli anodi con un processo di riscaldamento tra i 500 e i 900 gradi, attraverso due processi paralleli che richiedono o no l’aggiunta di un catalizzatore.

A seconda del materiale di partenza delle palline, polistirene e bio-polistirolo ottenuto dal mais, il risultato è stato micro-fogli e nanoparticelle di carbonio. In entrambi i casi si sono rivelati eccellenti anodi, con un incremento della capacità di accumulare energia di oltre il 15% e la possibilità di ottenere accumulatori in grado di immagazzinare non solo più energia, ma ricaricabili anche più velocemente rispetto alle tradizionali batterie con celle elettrolitiche. Gli anodi così ottenuti funzionano così bene che superano quelli attualmente in commercio, con una capacità massima specifica di 420 mAh / g, in contrapposizione al teorico 372 mAh / g massimo della grafite.
Il polistirolo, materiale altamente inquinante, richiede fino a 10 anni per essere smaltito, a causa della sua bassa densità il costo di trasporto verso i centri di riciclaggio è molto oneroso e ad oggi, negli Stati Uniti, solo il 10% di questo viene riciclato, mentre il resto finisce in discariche con alti rischi per l’ambiente.


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