Un ponte pedonale realizzato con le turbine delle pale eoliche

Generano energia a partire dal vento e sono generalmente progettate per una durata di 20 anni, ma il loro smaltimento può essere un problema per l’ambiente. La maggior parte delle moderne pale di turbine eoliche, infatti, possiede lame costituite da materiali compositi, come fibre di vetro, resine e schiume. Queste, oltre a non essere biodegradabili, sono anche molto difficili da riciclare. Da qui l’idea dei tecnici Re-Wind di dare loro una nuova vita, facendone un utilizzo diverso da quello per cui sono nate.

 

Il successo sulla scia di un precedente esperimento

Il nuovo BladeBridge, che al momento si trova in una cava a Draperstown, Magherafelt nell’Irlanda del Nord in attesa di trovare la sua collocazione, è il secondo ponte pedonale realizzato dalla Re-Wind, riutilizzando le lame delle pale eoliche giunte a fine vita. Lo scorso gennaio, infatti, una passerella molto simile era stata installata dal gruppo a Cork, in Irlanda.

Entrambi BladeBridge sono stati costruiti impiegando, come travi principali, due pale LM 13.4 riproposte dalle turbine N29 di Nordex (Rockstock, Germania) originariamente donate da Everun Ltd. (Belfast, Irlanda del Nord).

Il nuovo arrivato ha una lunghezza di 6 metri e una larghezza di 2. Circa 50 centimetri della lama poggiano sui monconi in cemento su ciascun lato.

 

Un intenso lavoro di ricerca e monitoraggio

Durante l’iter di costruzione del BladeBridge, sono stati necessari:

  1. test sperimentali approfonditi
  2. attività di modellazione computazionale
  3. attività di progettazione

Il tutto per garantire che le pale delle turbine eoliche in polimero rinforzato con fibre (FRP) fossero idonee ad essere usate come travi per un ponte pedonale a campata corta.

Su un totale di cinque lame, quattro sono state portate alla cava e una è stata tagliata a 2 metri di lunghezza e trasportata al David Keir Building nella Queen’s University di Belfast.

Dal momento che una pala di una turbina eolica non ha una sezione trasversale uniforme, c’è stato bisogno di effettuare anche prove di tipo meccanico, in trazione e compressione, nonché test di combustione della resina (condotti in conformità con ASTM D2584 (ASTM 2011)) con l’obiettivo di monitorare le possibili mutazioni del materiale lungo tutta la pala.

La lama è stata anche sottoposta a scansione LiDAR, con l’obiettivo di creare un gemello digitale della stessa, che comprende lo spessore della pelle, e di importarlo in un software di modellazione ad elementi finiti (FE).

 

Re-Wind un team internazionale al servizio della sostenibilità

Costituita da ricercatori dell’University College Cork, della Queens University di Belfast, della Georgia Tech e della Munster Technological University (MTU), Re-Wind è una rete nata nel 2017 con l’obiettivo di affrontare il crescente problema dei rifiuti delle pale delle turbine eoliche. Le loro ricerche hanno sollevato sei punti chiave nella discussione circa il fine vita delle lame (EOL):

  1. la definizione del termine del ciclo di vita delle turbine eoliche;
  2. le possibilità di un riciclo parziale dei materiali;
  3. i tempi richiesti per lo smaltimento;
  4. i problemi di conversione di massa e volume;
  5. le definizioni di stazza
  6. e di posizione.

Il loro lavoro è stato supportato dal Dipartimento per l’Economia (DFE); dalla Science Foundation Ireland; e dalla U.S. National Science Foundation con numerose borse di studio.

 


Leggi anche

I crescenti investimenti in energie rinnovabili hanno stimolato la domanda di turbine eoliche e di pale che le alimentino. Per rispondere a questa esigenza del mercato è inevitabile fare i conti con il prezzo della balsa, il legno forte e leggero che viene inserito tra GFRP per creare pale eoliche, che oggi è insostenibile. Diversi produttori hanno iniziato ad usare polietilene tereftalato (PET) e schiuma di cloruro di polivinile (PVC) nelle punte delle lame, ma per fornire modulo di taglio per la sezione della radice della lama la balsa è ancora indispensabile. …

Leggi tutto…

Una ricerca accademica dalla Cina analizza l’impiego della fibra in basalto per energia pulita da centrali più sostenibili. Questi compositi non emettono gas serra nocivi e non presentano tossicità per l’uomo o per l’ambiente. Le proprietà meccaniche sono migliori della fibra in vetro comunemente utilizzata per le apparecchiature elettriche….

Leggi tutto…

La partnership tra la startup milanese Levante e l’azienda Advanced Composites Solutions (ACS) ha prodotto un pannello solare portatile, riciclato e rinnovabile, con scarti di fibra di carbonio dalla produzione di automobili. Il prototipo, da brevettare, è ideale per alimentare mezzi come camper e barche. Il progetto ha vinto a giugno il Best Practices Award 2022 per l’innovazione….

Leggi tutto…

The global composites community reunited at JEC World from May 3rd to 5th for 3 busy rewarding days of innovation, networking and knowledge sharing. The industry was excited to reconnect and the show exceeded all expectations in terms of product launches, content and business activity. The event welcomed 32,000+ professional visits, in Paris and online, from 115 countries and featured 1,201 exhibitors and 26 pavilions….

Leggi tutto…

La prima partnership tra la multinazionale tedesco-spagnola e la startup francese specializzata nel recupero dei compositi riguarda gli scarti della produzione di pale eoliche. Dal processo sono ricavati nuovi pannelli compositi. Nell’ultimo anno Fairmat ha avviato collaborazioni per riciclare fibre di carbonio anche con Duqueine Rhône-Alpes, Tarmac Aerosave ed Excel…

Leggi tutto…