Il disco freno in carbonio da Formula 1 diventa una matita da collezione

Che cosa hanno in comune un disco freno in carbonio e una matita per disegnare? Fino a ieri la risposta sarebbe stata: nulla. Oggi invece a legare i due oggetti è un’idea, geniale dal punto di vista della sostenibilità, di Gianluca Falleti. Il fondatore della Nanoprom Chemicals Benefit Group ha sviluppato un processo che permette di riutilizzare il carbonio dei dischi, un materiale che fino ad oggi poteva solo essere smaltito con una procedura costosa ed inquinante, e di trasformarlo in una matita da collezione.

 

La questione ecologica

I dischi carbon-carbon montati sulle monoposto di Formula 1, che possono anche superare la velocità di 330 km/h, sono sottoposti a prestazioni estreme e stress termici. In staccata arrivano anche a raggiungere la temperatura 1.200 gradi. Ciò fa si che il loro ciclo di vita sia particolarmente breve e che i team siano costretti ad inviarli quasi subito allo smaltimento, con un inevitabile impatto ambientale sia in termini di gestione che di processo.

 

Un’intuizione inaspettata

Al termine di un Gran Premio, il disco freno, le cui caratteristiche tecniche sono state alterate dallo shock termico, è in grado di lasciare un tratto su un foglio di carta come una normale mina in grafite. Da questa scoperta nasce l’idea di Gianluca Falleti, che si affida alla creatività di Michael Robinson, designer dalla visione futurista, per dare una seconda vita ad un oggetto, altrimenti destinato a diventare un rifiuto inquinante, trasformandolo in una matita altamente tecnologica e dal design esclusivo.

 

Lo sviluppo di P3E40

L’ambizioso progetto permette di ricavare da ciascun disco freno un numero ben definito di matite, che varia in base al design. Ognuna di queste viene successivamente coperta con il Polysil©, il rivestimento nanotecnologico brevettato che segue la struttura del materiale senza variarne la morfologia, garantendone praticità, sicurezza e durata nell’utilizzo. Il sottilissimo strato di vetro (pochi micron) isola chimicamente ed elettricamente la struttura, implementando il feeling tattile per una scrittura agile e veloce.

 

Non solo matite

Nanoprom, il centro di ricerca della Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna, dimostra anche che, attraverso le infinite applicazioni della vetrificazione a freddo come tecnologia abilitante per la transizione green, è possibile un riciclo totale del disco freno. Ogni scarto derivante dalla lavorazione meccanica, infatti, viene recuperato e destinato ad altri impieghi: i trucioli non vengono usati solo per la realizzazione di mine, ma la polvere di carbonio è un additivo per la vetrificazione a freddo, con applicazioni già note nel campo delle competizioni.

 


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