Agostino Molfino – Molfino&Longo GenovaProgetti
Il mercato generale di Genova in Corso Sardegna venne realizzato per soddisfare le esigenze di una città in rapido e continuo aumento demografico, che si era dotata, alla fine dell’Ottocento, del mercato Orientale in via XX Settembre.
Data la limitata estensione di quest’ultimo e la sua conformazione non rispondente ai criteri dell’epoca per la costruzione di un grande mercato, si rese necessaria la realizzazione di un nuovo mercato all’ingrosso di frutta e verdura lontano dal centro abitato e prossimo alle stazioni ferroviarie.
Nel 1924 iniziarono le trattative per l’acquisto dei terreni nel quartiere di S. Fruttuoso da parte del Comune. Il primo progetto prevedeva un’area complessiva di 15.800 mq a cui si aggiungevano 1500 mq destinati alle tettoie per il carreggio e 3000 mq di superficie coperta esistente nei fondi delle case adiacenti al mercato e situate in corso Sardegna. Nel 1925 venne approvata la costruzione del nuovo mercato.
Secondo il progetto iniziale, il mercato si sviluppava con perimetro rettangolare, lungo il quale era prevista una costruzione ad un solo piano destinata a magazzini. Quest’ultima aveva un’ossatura in cemento armato con pilastri su fondazioni in blocchi di calcestruzzo armato; la copertura era a terrazzo con solette in mattoni forati, formanti camera d’aria, rivestimento impermeabile e mattonelle, stessa copertura prevista anche per le gallerie antistanti. La muratura di perimetro era prevista in pietrame e malta di calce dello spessore di 50 cm, mentre le pareti divisionali dei magazzini in blocchetti di cemento con spessore di 30 cm.
Nella parte centrale inizialmente erano state pensate solo due tettoie destinate ai posteggi di 820 mq ciascuna, progettate a tre campate, delle quali la centrale destinata al pubblico e quelle laterali ai posteggi; inizialmente le tettoie erano previste in struttura metallica. Per dare posto a numerosi servizi richiesti all’interno del mercato, fu pensato di sopraelevare gli edifici perimetrali di un piano sui quattro angoli del fabbricato e ai lati dell’ingresso principale.
Gli edifici perimetrali sono composti da una struttura di travi e pilastri in cemento armato con un porticato a tutt’altezza che si apre verso l’interno del mercato e una parte retrostante con tamponamenti sul versante stradale. Gli archi in muratura a coronamento del porticato hanno lo scopo di sorreggere il peso della porzione di tamponamento sovrastante; la copertura è realizzata in latero-cemento mentre i tamponamenti sono in mattoni pieni.
Pur essendo costruite in un lasso temporale piuttosto modesto, le strutture denotano alcune importanti differenze. Gli edifici A e B, con affaccio su Corso Sardegna, possiedono 4 ordini di pilastri, mentre gli edifici C e D risultano molto più esili rispetto a quelli su Corso Sardegna, infatti sono denotati da soli 3 pilastri invece che 4 in senso trasversale e questi hanno una sezione più piccola rispetto a quelli di A e B. La campata tipica longitudinale è circa 415 cm per gli edifici A e B, 380 cm per gli edifici C e D.
Tutte le strutture sono intelaiate in entrambe le direzioni principali; molte travi sono provviste di rastremazione verticale o sguincio in prossimità dei nodi trave-pilastro, con sezione maggiore in prossimità del pilastro e sezione minore in campata, per meglio resistere alle sollecitazioni di taglio e momento.
Le strutture sono la dimostrazione di come la cultura del calcestruzzo armato a Genova fosse all’epoca già consolidata. Nel tempo alcuni degli edifici sono stati soppalcati, spesso con strutture indipendenti, ovverosia dotate di proprie colonne per la trasmissione a terra dei carichi. In altri casi ci sono state delle superfetazioni, quali ad esempio i pilastrini che reggevano la vecchia copertura dei corridoi, piuttosto che tamponamenti non coevi della struttura originale.
La progettazione strutturale ha previsto la rimozione estensiva di tali elementi per la riduzione delle masse sismiche e delle azioni concentrate fuori nodo, operazione significativa soprattutto per la grande copertura vetrata presente al di sopra della viabilità interna e sostenuta dalle travi di bordo di tutti gli edifici mediante pilastrini di altezza variabile lungo la campata delle travi stesse; la nuova vetrata costituita da capriate di luce, oltre ad avere un’incidenza inferiore in termini di peso e un’impronta limitata alle sole strutture adiacenti corso Sardegna, è stata posizionata su cordoli indipendenti con collegamento centrato sui nodi delle strutture sottostanti.
Nell’ottica di miglioramento mediante riorganizzazione strutturale, è stata prevista l’introduzione di platee in c.a. realizzate al di sotto della pavimentazione per collegare i pilastri di ogni corpo di fabbrica e limitare la snellezza degli stessi.
Il progetto degli interventi alla base delle verifiche strutturali è stato preceduto da uno studio dell’evoluzione delle normative tecniche che si sono susseguite durante la costruzione del complesso, diversi rilievi geometrici di tutti i fabbricati, il rilievo strutturale sia delle strutture in elevazione che delle fondazioni, sia con metodi diretti che indiretti, quali l’individuazione della maglia strutturale all’interno degli edifici vincolati mediante indagini termiche.
Nella campagna di indagini strutturali e geotecniche sono stati acquisite anche le risultanze delle indagini sperimentali eseguite nei livelli di progettazione precedenti e quelle in ambito universitario. Tutto questo ha concorso a definire il livello di conoscenza delle strutture, fondamentale per bilanciare i requisiti strutturali con la sostenibilità economica dell’intervento.
Il miglioramento strutturale richiesto (del 10% secondo la normativa) associato a un livello di sicurezza sismico minimo richiesto dal Comune di Genova (pari al 40%) è stato perseguito attraverso il locale risanamento e consolidamento delle travi e dei pilastri esistenti. La progettazione dei rinforzi, in ottemperanza a quanto previsto in sede di Progetto di Fattibilità Tecnico Economica con il Comune di Genova e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, è stata eseguita nel rispetto dell’identità architettonica e storica del manufatto.
I ringrossi e gli inspessoramenti delle sezioni non vanno sempre d’accordo con il miglioramento del comportamento sismico, poiché aumentano l’inerzia delle masse in gioco, a cui la forza del sisma è direttamente proporzionale. Sono state pertanto impiegate tecnologie che non alterano le masse sismiche e in grado di garantire un aumento della resistenza e della duttilità degli elementi oggetto d’intervento.
La scelta è quindi ricaduta per il rinforzo delle strutture in c.a. sull’utilizzo di sistemi in materiale composito certificati SRG o SRP di Kerakoll, realizzati con tessuti in fibre di acciaio ad alta resistenza Geosteel abbinati a geomalte Geolite o in casi particolari, quali nel caso di tessuto a forte grammatura, a resine Geolite Gel. È stato inoltre previsto l’utilizzo di sistemi certificati FRCM di Kerakoll formati da reti di basalto Geosteel Grid abbinate a geomalte base calce Geocalce come rinforzo nel piano e fuori piano delle murature.
Solo negli edifici C e D, peraltro non vincolati, sono previsti ingrossamenti dei pilastri mediante jacketing in c.a.; in questo caso l’intervento è stato reso necessario per l’elevata snellezza dei pilastri centrali, associata a carichi superiori rispetto agli edifici analoghi A e B per la presenza di un numero di campate inferiori.
Complessivamente gli interventi hanno permesso il miglioramento sismico in tutte le unità strutturali, con il raggiungimento dei requisiti per l’adeguamento in alcune di esse. La sinergia tra impresa, progettisti strutturali, architettonici e impiantistici, oltre al dialogo costruttivo con gli enti proprietari e di controllo, ha permesso l’esecuzione dei lavori in tempi rapidi e la rigenerazione di un’area abbandonata, rendendola oggi uno spazio vivo del quartiere, dove sono state aperte nuove attività economiche, mantenendo l’integrità architettonica e strutturale degli edifici.