La gamma di compositi rinforzati Tepex flowcore di Lanxess per lo stampaggio a compressione di componenti strutturali leggeri ed estremamente resistenti alle sollecitazioni è stata ampliata e ottimizzata. Sono state proposte nuove formulazioni come alternativa alle resine termoindurenti per lo stampaggio in fogli (SMC – sheet molding compounds). Le nuove formulazioni offrono prestazioni meccaniche simili ai compound termoindurenti per SMC, ma sono:
- molto più duttili
- in quanto termoplastici, molto più facili da riciclare degli SMC e da lavorare perché vengono modellati solo per via termica
Sabrina Anders, project manager Tepex flowcore di Lanxess Performance Materials ha dichiarato
“Puntiamo principalmente ai grandi pannelli per sottoscocca e vani di carico dei veicoli, come pure ai grandi involucri e coperchi delle batterie. Tepex flowcore ha già dimostrato il suo valore nella produzione di componenti auto in serie, come ad esempio di un paraurti per una berlina di medie dimensioni prodotta da una casa automobilistica giapponese”.
I nuovi semilavorati Tepex flowcore sono disponibili con matrice a base di:
- polipropilene (PP)
- poliammide 6 (PA6)
- poliammide 12 (PA12)
- poliuretano termoplastico
- policarbonato ignifugo
La matrice è rinforzata con fibre lunghe piuttosto che con le fibre continue che si trovano in Tepex dynalite. Le fibre sono lunghe fino a 50 millimetri e sono distribuite su tutta la matrice come fibre tagliate di lunghezza costante. Tepex flowcore è disponibile con rinforzo in fibra di vetro o carbonio.
Trasformati correttamente, i componenti realizzati con questi materiali leggeri possono mostrare quasi la stessa rigidità dei loro equivalenti della gamma Tepex dynalite e hanno una resistenza meccanica molto più elevata rispetto ai materiali stampati a iniezione, che di solito sono rinforzati con fibre corte. A seconda del metodo di lavorazione e del design dei componenti, le fibre possono essere disposte in una direzione preferita o in modo completamente casuale.
“I componenti possono essere progettati in modo tale da mostrare proprietà meccaniche quasi isotropiche; in altre parole, quasi identiche in tutte le direzioni”, afferma Anders.
Inoltre, Tepex flowcore risulta essere più versatile in termini di processabilità. Per esempio, possono essere stampati a compressione con attrezzature standard per termoplastici rinforzati con fibre di vetro, oppure con presse SMC. “Hanno caratteristiche di flusso così buone che le aree delicate dei componenti strutturali con nervature possono essere riprodotte con grande precisione, realizzando pareti molto sottili“, aggiunge Anders.
Tepex flowcore e Tepex dynalite possono anche essere utilizzati insieme nei processi di stampaggio a compressione, grazie alla buona adesione tra loro determinata dalla loro identica matrice polimerica.
“Ciò consente di utilizzare Tepex dynalite per rinforzare aree di componenti specifiche sottoposte a sollecitazioni particolarmente pesanti e, allo stesso tempo, per integrare caratteristiche come guide e supporti in modo più economico con Tepex flowcore. Un altro vantaggio è che il produttore ottiene tutti questi semilavorati compositi da una unica fonte invece di dover combinare materiali di diversi produttori”, conclude Anders.
I nuovi compositi – come i Tepex dynalite – sono anche adatti al processo di stampaggio ibrido. Questo significa che tramite un unico processo di stampaggio a iniezione possono essere modellati e dotati di caratteristiche specifiche. Nel caso della produzione del paraurti per una berlina giapponese il componente strutturale è stato realizzato con Tepex flowcore e Tepex dynalite, sovrastampati e funzionalizzati con un compound di poliammide 6 della gamma Durethan.