Membrana porosa in grafene per la desalinizzazione dell’acqua di mare

Questo materiale è considerato rivoluzionario nel campo dell’elettronica per le sue caratteristiche, tuttavia delle ricerche stanno dimostrando che può risultare molto utile anche in altri campi.
Nel caso della desalinizzazione, con l’uso del grafene sarà necessaria inferiore energia per ottenere acqua potabile.
Considerando che solo l’1% dell’acqua esistente sulla Terra è potabile, risulta chiaro che l’accesso all’acqua potabile è un grave problema in alcune parti del mondo.
Desalinizzare l’acqua di mare potrebbe rappresentare un enorme aiuto anche per l’agricoltura, aiutando varie popolazioni affamate a coltivare il cibo necessario per sopravvivere. E’ tuttavia noto che la desalinizzazione è un processo che richiede molta energia e tipicamente le popolazioni che ne hanno bisogno sono le stesse che non hanno a disposizione una rete elettrica che gliela fornisca.

L’esperimento condotto negli USA, dall’Oak Ridge National Laboratory mostra che l’uso del grafene può rendere il processo di desalinizzazione molto più efficiente. Creare pori microscopici nel grafene permette di usarlo come filtro per l’acqua di mare e diventa in questo modo una membrana porosa che non lascia passare i sali ma solo le molecole d’acqua in maniera molto più efficiente delle tecniche oggi usate.
I fogli di grafene hanno lo spessore di un solo atomo ma sono flessibili e robusti. Grazie a questa caratteristica le membrane porose di grafene risultano eccellenti per la desalinizzazione. Esse infatti sono più permeabili di altri polimeri rendendo più rapida la separazione dell’acqua dai sali. Un processo complesso che tuttavia ha promosso l’esperimento come un successo.
Non è la prima volta che un esperimento sfrutta queste proprietà del grafene.

Nei mesi scorsi, è stato annunciato un progetto per usare questo materiale per depurare le acque inquinate da idrocarburi, dimostrando che il grafene ha un potenziale davvero enorme in molti campi e potrà non solo essere alla base di una nuova generazione di apparecchiature elettroniche ma anche aumentare la qualità della vita di molte persone nel mondo.

La ricerca prosegue, da molte parti del Mondo, la SetCar, società rumena che lavora da 14 anni nel campo della decontaminazione e smaltimento di rifiuti pericolosi, ha testato sul campo le applicazioni di  prodotti a base di grafene, soprattutto nell’ambito delle bonifiche ambientali.
Si è partiti con la depurazione di una raffineria dismessa in Romania dove in un bacino di acqua della capacità di 16.500 m3 erano contenuti idrocarburi ad una concentrazione di 56 ppm (circa 3 gocce di olio per ogni litro di acqua) che dovevano essere portati al di sotto dei 5 ppm, come previsto dalla legge per lo scarico nei corsi d’acqua. Un prelievo totale di idrocarburi di oltre 1 tonnellata: 5 g/m3 di materiale a base di grafene utilizzato come materiale sciolto sono stati in grado di abbattere le concentrazioni di idrocarburo al di sotto di 1 ppm in soli 10 minuti di trattamento.


Leggi anche

Un gruppo di ricercatori dell’Università del Queensland del Sud, sotto la guida del dottor Wahid Ferdous, sta studiando come sostituire le traverse ferroviarie in legno per i ponti con un nuovo materiale costituito da fibre composite e materiali di scarto. Il governo dello stato del Queensland e il produttore di traverse in cemento Austrak hanno finanziato il progetto attraverso una borsa di ricerca per l’industria….

Leggi tutto…

Analizzando le proprietà dei nuovi ritardanti di fiamma per materiali compositi, i ricercatori del laboratorio Advanced Fibers dell’Empa, centro svizzero per lo studio dei materiali avanzati, sotto la guida di Sabyasachi Gaan, hanno elaborato una tecnica che permette di rendere recuperabili le resine epossidiche, il cui limite di riutilizzo è intrinseco alla natura di materiali termoindurenti, ossia polimeri altamente reticolati che, una volta induriti, non possono essere sottoposti nuovamente a fusione senza carbonizzarsi….

Leggi tutto…

Refitech Composite Solutions innova i propri processi produttivi, installando una macchina CNC a cinque assi per la finitura di componenti compositi, che si aggiunge ai sistemi già operativi a tre assi. La nuova strumentazione consentirà di eseguire la lavorazione di forme 3D ancora più complesse in modo completamente automatico, ad alta velocità, garantendo una qualità elevata e una riproducibilità perfetta, in vista dei volumi di serie….

Leggi tutto…

Tim Young, Head of Sustainability del National Composites Centre, ha illustrato a “The Engineer” i risultati di una ricerca realizzata dall’istituto che fornisce una panoramica delle possibilità di introdurre soluzioni basate sulla chimica nella supply chain dei compositi nel Regno Unito, al fine di garantire la sostenibilità nel settore….

Leggi tutto…

Il National Composites Center (NCC) sta promuovendo un progetto industriale congiunto (JIP) che affronterà la sfida del benchmarking delle prestazioni di permeabilità dei tubi compositi termoplastici (TCP) per la distribuzione dell’idrogeno. L’obiettivo verrà raggiunto attraverso la produzione di campioni di tubi standardizzati, che costituiranno un database di misurazione della capacità del rivestimento e del materiale di rinforzo….

Leggi tutto…