Directa Plus depura le acque inquinate usando il grafene


Ne avevamo già parlato, il grafene è il materiale del futuro. Ora l’idea di una startup italiana è quella di utilizzarlo per depurare le acque inquinate dagli idrocarburi, puntando sulle sue portentose capacità di assorbimento.

La sperimentazione rientra nel progetto biennale GEnIuS, acronimo che sta per Graphene Eco Innovative Sorbent. Obiettivo finale dello studio – cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito dell’iniziativa Eco-innovation – è proprio il lancio sul mercato di un materiale ecologico e innovativo, da utilizzare per il trattamento delle acque contaminate da petrolio e idrocarburi.

Sfruttando le proprietà uniche del grafene, la Directa Plus è riuscita a realizzare un assorbente davvero speciale. Il motivo?  Basti pensare che un solo grammo del materiale ottenuto è in grado di assorbire 80 grammi di olio motore esausto dall’acqua.

La Directa Plus, azienda nata nel 2005, è divenuta in poco tempo il primo produttore europeo e quarto a livello mondiale di fogli di grafene altamente puro e i suoi materiali “Graphene Plus” si sono rivelati eccellenti per il trattamento di acque, suoli e reflui gassosi contaminati da sostanze organiche. In particolare un prodotto – commercialmente noto come Grafysorber – è il risultato della sfida lanciata con il progetto GEnIuS. Le sue prestazioni sono state testate lo scorso anno in Romania, nelle acque di un laghetto situato all’interno di una raffineria abbandonata.

Grafysorber rappresenta una soluzione tecnologica priva di tossicità e infiammabilità. Non è solubile in acqua. Ma soprattutto, come tiene a sottolineare Giulio Cesareo, presidente e Ad di Directa Plus, ha dimostrato di essere “un superassorbente cinque volte più potente delle tecnologie tradizionali”. Sono bastati infatti 5 g/mc del prodotto utilizzato come materiale sciolto per abbattere le concentrazioni di idrocarburo al di sotto di 1 ppm. Il tutto in soli 10 minuti di trattamento. “Grazie al test pilota condotto da SetCar  – continua Cesareo – abbiamo potuto confermare che Grafysorber rappresenta la soluzione effettiva per la decontaminazione di acque contenenti basse concentrazioni di idrocarburi”.

Tra i vantaggi di questa soluzione ci sarebbero i ridotti costi di bonifica, per via delle elevate prestazioni, oltre che una diminuzione del consumo di risorse non rinnovabili. Vengono abbattuti così anche l’uso di sostanze pericolose – come ossidanti chimici – ed i costi di trasporto grazie alla produzione in loco. Inoltre il materiale si presta ad un futuro riutilizzo. Dopo il trattamento infatti, l’idrocarburo recuperato potrà essere usato negli asfalti, per aumentarne le proprietà meccaniche e termiche.

I materiali del tipo “Grafene Plus” di Directa hanno già ottenuto la certificazione, da parte del Ministero dell’Ambiente Italiano, per l’impiego in mare nel caso di sversamento di idrocarburi. Intanto la sperimentazione continua. In questi giorni i “salsicciotti” assorbenti verranno usati per bonificare le acque del lago di Como. Una zona “che non ha problemi di inquinamento di idrocarburi, se non nel caso di qualche perdita dai motoscafi”, sottolinea Cesareo. Condizioni ottimali dunque per ottenere il massimo delle prestazioni.

Ma col termine del progetto GEnIuS (scadenza 26 giugno 2015), il prossimo step previsto sarà il lancio sul mercato del Grafysorber. “Siamo in contatto con Autorità portuali per vendere la nostra tecnologia in zone dove ci possono essere perdite di idrocarburi – ha detto Cesareo – e anche con una società del sud Italia per depurare acque superficiali e sotterranee”.


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