Progetto PRE-ECO: nuovi modelli per compositi VAT stampati 3D

Materiali leggeri e resistenti, adatti a produrre componenti per l’industria aeronautica, ma non solo. Oggi è teoricamente disponibile una nuova classe di materiali compositi laminati, costituiti cioè da numerosi strati di materiali differenti combinati tra loro attraverso un processo di manifattura additiva: i compositi VAT (Variable Angle Tow), in cui le fibre di materiale, generalmente carbonio, sono disposte secondo direzioni curvilinee. Una differenza sostanziale rispetto ai compositi a fibre dritte, che sono ampiamente applicati nella produzione (per esempio, vengono correntemente impiegati per realizzare strutture aeronautiche). I compositi VAT, rispetto a quelli lineari, presentano migliore resistenza e leggerezza. L’applicazione industriale di questa tecnologia però non è ancora possibile perché la loro stampa 3D, che avviene con processi automatici, produce inevitabilmente dei difetti indesiderati come sacche vuote, sovrapposizioni o disallineamento delle fibre.

Il progetto PRE-ECO (a new Paradigm to RE-Engineering printed COmposites) propone un approccio del tutto nuovo a questo problema ed è valso ad Alfonso Pagani, giovane assegnista di ricerca del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico di Torino, il prestigioso riconoscimento dell’UE ERC Starting Grant, con un finanziamento di quasi un milione e mezzo di euro in cinque anni.

Il progetto non si concentra sulla risoluzione dei processi di stampa 3D che provocano i difetti, ma parte proprio dalla modellizzazione dei materiali compositi VAT. L’uso di metodi numerici innovativi permetterà di includere con precisione nel modello i difetti che si producono durante la fabbricazione e la loro propagazione dalla scala delle fibre a quella della struttura finale e, di conseguenza, renderà possibile includere la “firma tecnologica” (cioè le particolari caratteristiche, difetti inclusi, di ogni singola stampante 3D industriale) fin dalle prime fasi del design del prodotto, per ottenere le proprietà desiderate secondo una filosofia di progetto damage-tolerant.

Per esempio, un aeroplano costruito con materiali compositi VAT potrebbe ridurre il consumo di carburante di un ulteriore 3-4% rispetto ai velivoli in composito di ultima generazione. Questo, considerato il numero degli aeroplani in circolazione, comporterebbe un significativo miglioramento delle emissioni globali.  Ma il progetto è altamente multidisciplinare e produrrà avanzamenti in aree scientifiche come la meccanica strutturale, il calcolo numerico, gli algoritmi di intelligenza artificiale, la stampa 3D e più in generale l’additive manufacturing. Il progetto potrà inoltre aprire la strada anche a nuove applicazioni, nell’ambito dei bio- e dei meta-materiali.

Progettare materiali compositi per mezzo delle nuove tecniche di manifattura additiva non può prescindere dall’uso di opportuni metodi di analisi e verifica. I presupposti ci sono, e si fondano sulle nuove teorie delle strutture basate sulla CUF e su algoritmi cognitivi; la rivoluzione è alle porte”, commenta Alfonso Pagani.

Fonte: poliflash.polito.it

 


Leggi anche

L’Università del Queensland ha installato nei propri laboratori una fornace in grado di riscaldare i materiali fino a quasi 3000 gradi Celsius, allo scopo di sviluppare componenti per la fiorente industria spaziale australiana. Il forno, primo del suo genere in Australia, consentirà ai ricercatori di realizzare la prossima generazione di materiali compositi ad altissima temperatura per il volo ipersonico….

Leggi tutto…

Il peso dei satelliti spaziali può rendere costoso il raggiungimento dell’orbita terrestre bassa (LEO). Se ne sono rese conto le aziende australiane che hanno dovuto fare i conti con i fornitori di lancio che fatturano i carichi utili al chilogrammo. È emersa quindi la necessità di utilizzare strutture più leggere, ma al tempo stesso robuste, per resistere in ambienti spaziali con temperature estreme….

Leggi tutto…

Axiom Space, ideatore della prima stazione orbitale commerciale, ha annunciato una collaborazione con Prada, luxury brand milanese fondato nel 1913, per la creazione delle tute destinate agli astronauti della missione Artemis III della NASA. Sarà il primo sbarco sulla Luna con equipaggio dai tempi dell’Apollo 17, che risale al 1972….

Leggi tutto…

Con l’obiettivo di promuovere l’adozione di tecnologie verdi nel settore aeronautico, riducendo conseguentemente, le emissioni di carbonio. La NASA ha deciso di stanziare cinquanta milioni di dollari per finanziare quattordici organizzazioni che si occuperanno dello sviluppo di processi di produzione e materiali compositi avanzati per le strutture degli aerei…

Leggi tutto…

Il Fraunhofer Institute for Manufacturing Technology and Advanced Materials IFAM di Stade (Germania) sta sperimentando nuovi materiali e soluzioni di automazione per produrre velivoli più leggeri ed efficienti. Queste tecnologie rappresentano un passo decisivo sulla strada della sostenibilità, dato che ogni chilogrammo di peso risparmiato in un aereo passeggeri comporta una diminuzione del consumo di cherosene fino a 120 kg all’anno….

Leggi tutto…