Tolleranza al danno in strutture aerospaziali

Lamine e laminati intatti vengono in genere utilizzati per progettare strutture con fattori knockdown applicati alla resistenza ammissibile per il laminato integro per considerare la tolleranza al danno.

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A350 XWB passa l’ultimo test di carico

Airbus ha eseguito con successo a fine 2013 l’ultimo test di carico dell’ala dello A350 XWB. L’azienda afferma che ha applicato carichi fino a 1,5 volte superiori a quelli che il velivolo potrebbe mai incontrare in tutta la sua vita in servizio. Queste prove di carico di successo sono importanti pietre miliari per la certificazione e un altro passo verso l’entrata in servizio del A350 XWB in Q4 nel 2014.

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Rafforzare laminati aerospaziali

Scoperte sorprendenti dalla dottoranda del MIT (Massachusetts Institute of Technology), Sunny Wicks, che ha dimostrato come migliorare laminati aerospaziali dando loro tenacità aggiungendo nanotubi di carbonio allineati.
Nell’articolo sono illustrate le peculiarità e l’importanza della scoperta, i suoi possibili utilizzi e le difficoltà riscontrate.

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Metodo ad ultrasuoni per le grinze interne

I difetti interni più comuni sono le delaminazioni, le inclusioni, la porosità, i vuoti e le deformazioni degli strati di pre-impregnato, generalmente indicate, quando orientate perpendicolarmente alla superficie, come grinze interne. Per rivelare e caratterizzare queste anomalie Alenia Aermacchi ha messo a punto un metodo di ispezione basato su ultrasuoni.

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Laminati più resistenti con il nanostiching

Cucire insieme strati di laminati utilizzando nanotubi di carbonio allineati verticalmente tra gli strati di fibra. La tecnica sviluppata presso il MIT ( Massachusetts Institute of Technology) è stata chiamata “nanostitching”, può ovviare al fenomeno della delaminazione e realizzare strutture di aerei più sicure, migliorare le proprietà nella direzione “through plane” e comportare una maggiore tolleranza ai danni

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RoboBee, insetti robot in fibra di carbonio

Sono stati progettati dai ricercatori dell’Università di Harvard, piccoli insetti robot, chiamati “RoboBee”, costituiti da un corpo in fibra di carbonio (80 milligrammi) al quale sono collegate due sottilissime ali che si muovono nell’aria 120 volte al secondo. Dopo oltre 12 anni di lavoro, Robert J. Wood, direttore del progetto, è riuscito a dimostrare che i robot possono volare e seguire un percorso predefinito.

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Tecnologie italiane per i futuri lanciatori europei

Il concetto di aniso-grid shell in fibra di carbonio sviluppato al Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) segna un marcato miglioramento di efficienza strutturale (40%) rispetto a soluzioni convenzionali in alluminio e si propone come candidato ideale per le strutture primarie dei lanciatori spaziali. È noto che il rispetto delle buone norme progettuali per il materiale composito in taluni casi limita fortemente il risultato atteso in termini di risparmio di massa effettivo…

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Un rivestimento per voli più sicuri

Leggero, ma resistente agli impatti e ai fulmini, oltre che in grado di fungere da barriera all’umidità e al calore. START-C2, l’innovativo concept di rivestimento protettivo per aerei in sviluppo presso Cessna, sarà tutte queste cose insieme. La soluzione nasce nell’ambito di un programma di ricerca finanziato dalla Nasa, l’Agenzia spaziale americana.

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Rivoluzione nelle resine

Gli scienziati dello US Navale Research Laboratory hanno sviluppato una resina a base ftalonitrile ad alto impatto e integrità. Si ritiene che potrebbe beneficiarne una vasta gamma di settori, tra cui aerospaziale e navale. Si potrebbe anche applicare nei getti in batteria; pale eoliche; tessuti ignifughi e compositi strutturali; involucri munizioni e contenitori di stoccaggio.

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