Stampa 3D professionale e materiale composito per il rilascio di picosatelliti avanzati

 

 
Il PocketQube è un tipo di satellite miniaturizzato di circa 5 centimetri cubi (un ottavo del volume di un CubeSat) e con una massa che non supera i 250 grammi. Si tratta di una tipologia di satelliti alquanto giovane – i primi risalgono al 2009, da un’idea del professor Robert J. Twiggs della Morehead State University (MSU) – e sta crescendo la loro importanza, come soluzione alternativa ai costosi lanci di CubeSat nell’orbita terrestre bassa. Il primo standard risale a giugno 2018, quando è stata rilasciata una piattaforma condivisa; tra i fautori di questa piattaforma (con GAUSS Srl e TU Delft) c’è Alba Orbital, una PMI high-tech con sede a Glasgow, Scozia.

La sfida

Recentemente Alba Orbital ha deciso di realizzare una versione aggiornata del suo dispositivo di lancio di PocketQube, chiamato AlbaPod, per ottenere miglioramenti in termini di:

  • peso
  • producibilità
  • caratteristiche di sicurezza
  • accessibilità.

Il team di Glasgow si è rivolto a CRP Technology per la costruzione del sistema di rilascio: l’azienda di Modena, che da decenni si occupa di stampa 3D professionale, fornisce soluzioni all’avanguardia ai maggiori player del settore spaziale utilizzando i materiali compositi e brevettati Windform® TOP-LINE. Infatti, la maggior parte dei Windform® sono adatti ad applicazioni spaziali funzionanti, avendo superato i test di outgas NASA ed ESA.
Ridurre il peso al minimo è un obiettivo progettuale fondamentale per qualsiasi componente aerospaziale; inoltre, a causa dei rigidi requisiti di degassamento, il materiale scelto per la costruzione deve essere approvato per il volo.

La soluzione

La sinterizzazione laser selettiva e il materiale caricato in fibra di carbonio Windform® XT 2.0 sono stati scelti come processo e materiale di costruzione.

Il nuovo AlbaPod v2 – hanno dichiarato gli ingegneri di Alba Orbitaldeve superare un lancio nello spazio e contenere al suo interno numerosi satelliti: resistere a vibrazioni elevate è sempre stato un requisito imprescindibile come quello di mantenere in sicurezza i PockeQube prima del rilascio. La rigidezza e robustezza del Windform® XT 2.0 l’hanno reso un candidato perfetto a questo uso.
Windform® XT 2.0 presenta proprietà meccaniche di assoluto rilievo, tra cui:

  • 83,84 Mpa carico di rottura
  • 8928,20 Mpa modulo elastico
  • 3,80% allungamento alla rottura
  • 76,43 carico di rottura specifico.

Il risultato

Il risultato è un sistema di rilascio fino a 6p PocketQube con massa <500g (60% in meno della prima versione dell’AlbaPod).
Il processo di sinterizzazione laser selettiva, unito al materiale composito caricato in fibra di carbonio Windform® XT 2.0, si è rivelato la scelta di costruzione migliore: il nuovo AlbaPod 2.0 ha superato con successo le procedure di controllo e ha pienamente soddisfatto le richieste e gli standard di Alba Orbital.

Il team Alba Orbital aggiunge: “Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto: Windform® XT 2.0 ci ha permesso di progettare particolari difficili da realizzare con le tecnologie tradizionali, in quanto presentano sezioni sottili e geometrie complesse.”

Il team di Alba Orbital specifica alcuni dettagli tecnici sui vantaggi ottenuti utilizzando la produzione additiva e il materiale Windform® XT 2.0: “L’aspetto più innovativo del progetto riguarda il numero di componenti realizzati in Windform® XT 2.0: non solo la copertura, ma anche il meccanismo di espulsione mobile e quello del montaggio della porta. Questi ultimi sono componenti strutturali e di vitale importanza per il sistema di rilascio nel suo complesso.”

Per quanto riguarda le prestazioni meccaniche, gli ingegneri di Alba Orbital affermano: “Si tratta di un ambito fondamentale. Non solo l’assemblaggio dei PocketQube deve avvenire correttamente per facilitare la dislocazione dei satelliti all’interno della struttura, ma la stessa struttura deve riuscire a trattenere i satelliti anche nei casi peggiori, come un ipotetico guasto a un payload durante la fase di lancio, in quanto qualsiasi rottura può danneggiare altri payload o addirittura il vettore. AlbaPod v2 è stato accuratamente sottoposto a test di vibrazione e si è comportato in maniera egregia.”

Anche il peso – continua il team Alba Orbital – riveste un ruolo chiave quando si tratta di lanci nello spazio, a causa dei costi associati. L’utilizzo di Windform® XT 2.0 ci ha permesso di ridurre la massa di un elevato numero di componenti principali.”
Il 9 settembre 2019 Alba Orbital ha integrato in AlbaPod v2 il primo PockeQube destinato al rilascio nello spazio.

A inizio dicembre 2019, Alba Orbital ha lanciato in orbita 6 satelliti PocketQube tramite il sistema di rilascio realizzato in stampa 3D e Windform® XT 2.0 AlbaPod v2 (missione: Alba Cluster 2). Alba Cluster 2 è stato in orbita 100 giorni.

Ad oggi AlbaPod v2 realizzato da CRP Technology ha completato 4 missioni spaziali, e ha lanciato in orbita un totale di 25 satelliti PocketQube. L’ultimo lancio è avvenuto il 3 gennaio 2023 con la missione Transporter-6 di Space X.
 

 
 


Leggi anche

I viaggi spaziali a scopi turistici o commerciali stanno gradualmente prendendo piede, nonostante vi siano ancora alcuni ostacoli alla loro diffusione dovuti ai costi elevati della missione ed all’ostilità dell’ambiente spaziale. Per rendere l’esplorazione dello spazio una reale opportunità sono stati realizzati numerosi tipi di habitat, adatti sia ad insediamenti lunari che marziani….

Leggi tutto…

BAE Systems, azienda britannica del settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza, utilizza la stampa 3D FDM di Stratasys per implementare un’iniziativa chiamata “La fabbrica del futuro”. Nello stabilimento produttivo di Samlesbury (Lancashire, UK) la società ha creato un impianto dotato di soluzioni tecnologiche di ultima generazione, che opera con una modalità di connessione integrata inedita, combinandosi senza interruzioni con l’elemento umano. …

Leggi tutto…