Sensori wireless sottili come capelli umani per controllare il ciclo di vita dei compositi

Gli ingegneri del team di compositi dell’Advanced Manufacturing Research Centre (AMRC) dell’Università di Sheffield stanno lavorando allo sviluppo di sensori wireless integrati in materiali compositi e incorporati in componenti aerospaziali, per monitorare le condizioni delle parti, dalla creazione al riciclaggio, con l’obiettivo di estenderne la durata, migliorarne la qualità e ridurne i costi di produzione.

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I ricercatori dell’Università del Montana migliorano la fibra di carbonio per usi aerospaziali

La fibra di carbonio, utilizzata per realizzare aeromobili più leggeri e resistenti, potrebbe presto essere potenziata nelle proprie qualità tecniche grazie ad un progetto di ricerca della Montana State University che sta rapidamente attirando l’attenzione dell’industria. L’iniziativa ha ricevuto un finanziamento totale di 25,8 milioni di dollari da parte dell’esercito americano.

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Strutture innovative in fibra di carbonio per i lanciatori Ariane 6

Il programma Ariane 6 è l’unico progetto europeo che consente l’accesso indipendente allo spazio alle missioni strategiche. Nei prossimi anni consentirà di lanciare carichi pesanti e leggeri in diverse orbite allo scopo di migliorare l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, gli studi meteorologici e le tecniche di navigazione.

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Sarà in compositi il magazzino criogenico di Ariane 6

L’Agenzia spaziale europea ha dato l’ok a Phoebus, un progetto volto a dimostrare che le fibre di carbonio possono essere utilizzate al posto delle parti metalliche nei serbatoi criogenici ad uso aerospaziale. Questa innovazione garantirà un risparmio di peso, una maggiore competitività, un aumento della capacità del carico utile e un uso più sostenibile delle risorse.

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Ricerca e industria insieme per migliorare la stampa 3D di materiali compositi high-tech

Utilizzare nuovi metodi di stampa 3D per fabbricare, a costi contenuti, prodotti in materiali compositi ed ibridi da utilizzare nei settori farmaceutico, aeronautico e automobilistico. È questo l’obiettivo del progetto AMICO che nasce dalla collaborazione tra IMAST (Distretto tecnologico italiano per l’ingegneria dei materiali compositi), che ha fatto da capofila, ENEA, Leonardo, FCA Italy, MBDA, Dompé Farmaceutici, Cnr, CRF, CIRA, Politecnico di Torino, Università di Napoli Federico II, Università di Roma “La Sapienza”, Università di Trento e Aerosoft Spa

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I materiali compositi al servizio dell’economia circolare

La corsa verso gli obiettivi europei di neutralità climatica e la scelta di una strategia inclusiva in materia di transizione ecologica e digitale, sono stati gli argomenti al centro dell’European SDG Summit, che si è svolto online, dal 10 al 12 ottobre scorsi, e ha visto la partecipazione di oltre cento relatori, in rappresentanza delle istituzioni europee, delle realtà industriali e della società civile.

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La tecnologia della fusione additiva (AFT) per migliorare il potenziale dei compositi in applicazioni aerospaziali

Obiettivo del progetto, che unisce ricerca e industria, è quello di definire un nuovo standard di accessibilità per la produzione di parti composite strutturali stampate in 3D. Queste potranno quindi essere realizzate con la stessa facilità delle alternative metalliche, grazie agli innovativi strumenti di workflow Additive Fusion Technology.

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Uno strumento predittivo per scongiurare il rischio di guasto dei compositi in ambito aerospaziale

Un team di ricercatori dell’Università del Texas ad Arlington (UTA), guidati da Paul Davidson, assistente professore del Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale (MAE), sta mettendo a punto uno strumento predittivo che utilizzerà l’apprendimento automatico e strumenti computazionali, per determinare la vita, la durata e la sicurezza dei compositi utilizzati nella produzione di aeromobili.

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